Il Gruppo Colombini rinnova strategie e piani

Quando la strategia porta risultati
Piani pluriennali, investimenti in tecnologia e in capitale umano, branding, posizionamento sul mercato e leadership. Ma anche passione, tanta passione.


Aggiornare, se non cambiare del tutto, i propri piani industriali è diventata per moltissime imprese un’urgenza, dettata prima dalla pandemia e poi dagli effetti della stessa, che hanno modificato – spesso in negativo – le dinamiche dei mercati e dei consumi. Doverlo fare, al contrario, perché i risultati raggiunti sono addirittura arrivati in anticipo rispetto a quanto programmato, è una cosa ben diversa e anche molto più rara. Soprattutto perché non è frutto della casualità o della fortuna di operare in un settore “spinto” dalla pandemia, come potrebbero essere il farmaceutico e l’enogastronomico, bensì nell’arredamento. È questo infatti il mercato in cui il Gruppo Colombini, dopo aver chiuso il 2020 con un fatturato di 170 milioni di euro, ha raggiunto i 220 milioni di euro di fatturato nel 2021 (270 milioni se si considera il dato aggregato con l’acquisizione di Bontempi Casa, azienda marchigiana di grande prestigio che ha arricchito il Gruppo nel segmento del “living”, consentendo di ampliare ulteriormente la gamma di prodotti). Una nuova fase di crescita che è dunque partita proprio alla fine del 2019, quando Giovanni Battista Vacchi è stato nominato Amministratore Delegato del Gruppo Colombini con l’obiettivo di implementare il piano strategico di sviluppo e traguardare numerosi e ambiziosi obiettivi, tra i quali quello di creare un importante polo dell’arredo a matrice familiare. Quello stesso piano pluriennale che ora, insieme alla famiglia Colombini e al resto del management, si appresta già ad aggiornare, con nuovi obiettivi da raggiungere. Con la consapevolezza che, così come quando le cose vanno male occorre modificare le proprie strategie, è fondamentale farlo anche quando si raggiungono risultati positivi.

queue de sirène

Partiamo dunque dal fatturato: quanto valore c’è dietro quella cifra, che comunque rimane un risultato storico per il Gruppo Colombini?

“Se guardassimo solo ai numeri, potremmo ritenerci soddisfatti dei risultati raggiunti, ma vogliamo guardare oltre e darci degli obiettivi ancora più sfidanti. In un anno difficile come il 2020, con la pandemia e il lockdown, il nostro fatturato è rimasto pressoché lo stesso dell’anno precedente, nonostante un contesto estremamente negativo per i mercati e per tutto il settore in cui operiamo, per cui anche il 2020 può essere considerato un anno che ha messo alla prova la forza del Gruppo. Nel 2021, invece, la media di mercato stimata dai dati di Federlegno Arredo è stata del +20%, e noi abbiamo sovraperformato tale benchmark crescendo del +30%. Questo si è tradotto in ulteriori quote di mercato che siamo riusciti a conquistare, avvicinandoci sempre più all’obiettivo di diventare il primo gruppo industriale nel segmento arredamento ‘premium ma accessibile’: ovvero qualità e design ad alto livello, con prezzi alla portata di un’ampia fascia della popolazione”.

Strategico e pluriennale sono quindi molto più che degli aggettivi: quanto e come hanno pesato questi fattori sul successo del piano?

“In Colombini Group avere obiettivi ambiziosi ci spinge a ideare una strategia altrettanto ambiziosa per raggiungere quei risultati. Così come è fondamentale darsi le giuste tempistiche per realizzarla: tutte le aziende dovrebbero avere un piano industriale proiettato al futuro, con un orizzonte di almeno cinque anni. In tal senso, nel nostro piano pluriennale avevamo posto come obiettivo un fatturato di 240-250 milioni entro il 2024, ed è un livello già superato nel 2021. Questo conferma la validità della strategia adottata, che ha impattato su tutte le attività del Gruppo. Ad esempio sulla capacità produttiva – che è sempre stato un punto di forza di questa azienda – sono stati realizzati investimenti sia a livello tecnologico – pensiamo solo all’introduzione di un sistema di Intelligenza Artificiale per ottimizzare la gestione delle commesse – sia su competenze e capitale umano, ovvero le persone. A tal proposito, è proseguito a pieno ritmo anche il piano di formazione sia sul personale interno che sul network di Gruppo attraverso la Colombini Academy, che ci permette di trasmettere a tutti i livelli i nostri valori, perché arrivino anche al cliente finale. Anche sulla rete commerciale non sono mancati importanti interventi strategici, incrementando gli investimenti pubblicitari, con un presidio costante dei canali stampa, tv e digitali, oltre all’utilizzo di soluzioni tecnologiche quali il leader mondiale di CRM Salesforce, che consente una gestione ottimizzata dei dealer e dei consumatori finali in ambito sales e marketing. Questo ci ha permesso di guadagnare la fiducia di nuovi potenziali dealer e aumentare la distribuzione con l’apertura di nuovi punti vendita: abbiamo superato i 200 monomarca, solo Febal Casa nel 2021 ha raggiunto quota 130 store in Italia”.

Una crescita interna ed esterna, quindi, che se da un lato rafforza il Gruppo, dall’altro vi impone di affrontare nuove sfide, giusto?

“Il posizionamento nella fascia premium, caratterizzata dal design di alto livello, ci spingerà sempre più a introdurre valori che fino a ieri erano considerati esclusivi solo della moda, rivolgendo quindi l’attenzione a un’estetica contemporanea, calda ed elegante, che trasmetta il piacere di vivere la casa. Al contempo, consapevoli che l’arredamento sia diventato sempre più un investimento semidurevole, non ci si può limitare a singoli marchi o prodotti, ma occorre ragionare nell’ottica di soddisfare le tante e diverse esigenze che riguardano la propria casa, abbracciando in toto il concetto di total living: dalle camere da letto alle cucine, al soggiorno ed ora, grazie a Bontempi Casa, anche al centro stanza. Non si tratta quindi solo di ampliare la gamma, ma di completarla, senza limitarne la profondità e, anzi, fornendo allo stesso tempo tutti i servizi necessari affinché i clienti si sentano accompagnati nella scelta dell’arredamento delle loro case e assistiti in tutte le fasi pre e post vendita”.

Poi c’è il mercato. Anzi i mercati, intesi come internazionali.

“Abbiamo un dato consolidato di circa l’85% del fatturato in Italia, ma stiamo crescendo anche nell’area europea e asiatica. L’intenzione è quella di potenziare la nostra presenza sui mercati esteri, molto attenti al design e alla qualità, come quello americano, dove abbiamo inaugurato nel 2021 una filiale a Miami e dove apriremo presto dei nuovi store”.

La pianificazione è fondamentale, quindi, ma anche la capacità di prendere le decisioni. Lei ha scritto anche un libro sulla leadership, quali aspetti riguardano la sua quotidianità come CEO del Gruppo Colombini?

“Potrei dire tutti, soprattutto quelli che riguardano i rapporti con gli altri manager o i dipendenti, perché il clima aziendale è uno dei fattori di successo che spesso i dirigenti non valutano adeguatamente. Le aziende sono fatte dalle persone che ci lavorano, per questo è importante che tutti siano messi nelle condizioni di esprimersi al meglio. Ma anche di sbagliare, attenzione, perché stiamo parlando di persone, non di macchine. Semmai dagli errori bisogna imparare ed è ciò che mi aspetto da chi lavora con me”.

Però il leader, alla fine, deve anche decidere.

“Certamente, è il suo ruolo. C’è una fase di condivisione, con il proprio team o la proprietà, ma quando arriva il momento delle decisioni si è soli ed è bene essere preparati. Non a caso un capitolo del libro è dedicato proprio alla solitudine, lo stato d’animo che si prova in quei frangenti. È una delle cose più difficili, in effetti, anche perché spesso siamo portati a farci guidare unicamente dalla ragione, mentre per me è fondamentale ascoltare sempre anche il cuore. Le performance sono importanti, ma senza passione si rischia di ottenere risultati diversi”.

Quella stessa passione, si potrebbe dire, che la famiglia Colombini ha trasmesso nella propria attività?

“Tutto questo ha un valore enorme, non solo per tutte le attività del Gruppo Colombini, ma anche per il sottoscritto. Gestire un’azienda a matrice familiare è diverso da una società controllata da un fondo. Nel nostro caso, la scelta della famiglia Colombini di nominare un Amministratore Delegato, di farsi supportare nel loro piano di sviluppo, si rafforza nel momento in cui anch’io posso affidarmi al loro know how e alle loro competenze. Parliamo di un’azienda a matrice familiare con una storia di oltre cinquant’anni, che grazie all’intuito dei fondatori e alla costante ricerca e sviluppo, è cresciuta a ritmi elevati offrendo sul mercato una gamma sempre più ampia di prodotti dedicati all’arredo, riuscendo competere con un ruolo da leader nei mercati internazionali. A questo si aggiunge la passione che anima la famiglia Colombini, che è una spinta per tutta l’azienda, dal management ai dipendenti e collaboratori, fino ai dealer. Forse non sono cose che si possono pianificare, ma fanno anch’esse la differenza”.

written by Daniele Bartolucci 17/05/2022

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